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a cura di Roberto Norbedo, Rodolfo Zucco. Fabrizio Serra, 2014, pp. 204-- La fortuna di uno scrittore dopo la sua scomparsa può dipendere anche dalla disponibilità dei suoi scritti, ovvero da come sono gestiti e pubblicati, quindi da come l'interesse e - perché no? - la curiosità del pubblico vengono alimentati. Nel caso di Biagio Marin esiste per fortuna il Centro Studi a lui intitolato che svolge tale funzione, egregiamente promuovendo edizioni, raccogliendo, conservando e catalogando inediti, manoscritti e documenti, infine organizzando la stampa di volumi che riuniscono scritti sparsi, minori rispetto al corpus poetico, ma spesso gustosi e sicuramente utili per arricchire la conoscenza dell'autore, renderne più agevole l'interpretazione, riaccendere l'attenzione. Si collocano in tale contesto le brevi prose qui riunite. Tutta una sezione è formata da pagine dedicate da Marin alla propria terra, con specifico riferimento a Trieste e a Grado, viste da angolature particolari. Di Grado è ricordata la storia e la sua insularità, cessata di recente; della sua laguna sono presentate località sconosciute, raggiungibili soltanto conoscendone i segreti, isole incantevoli per la pace e il silenzio che vi si gode. Di Trieste e della sua provincia Marin ora riferisce gli incanti e le peculiarità paesaggistiche, ora propone squarci del passato, fino a un approfondimento del dramma dei fondatori di Miramare, condotto soprattutto attraverso le lettere di Carlotta del Belgio. Il primo e più vasto nucleo del volume è invece costituito da interventi di Marin su scrittori fra Ottocento e Novecento, giuliani o dell'area culturale veneta. Scritti per lo più brevi, dal taglio più memorialistico che critico, spesso sostanzialmente commemorativo, attestano il consapevole contributo di Biagio Marin alla costruzione o alla manutenzione di quella 'casa' letteraria che fece parlare non pochi critici, da Pietro Pancrazi in poi, di «letteratura triestina». Proprio a tale argomento è dedicato il piccolo Profilo della letteratura triestina del Novecento, scritto da Marin per una conferenza a Milano nel marzo del 1956, circa un anno e mezzo dopo il ritorno di Trieste all'amministrazione italiana: poche pagine per spiegare a un pubblico, che verosimilmente non ne sapeva molto, quanto i triestini del Novecento avevano prodotto in ambito letterario. Il pezzo più cospicuo di questa sezione critico-memorialistica riguarda Giani Stuparich. Era forse inevitabile, data l'ammirazione e l'amicizia (non priva di crisi e di contrasti) fra i due. Si tratta di un saggio importante, che solo un esperto conoscitore sia dell'uomo sia della sua opera sia di tutto il contesto giuliano poteva scrivere. Sommario: G. Baroni, Introduzione; P. Camuffo, Biagio Marin lettore e critico; E. Serra, I documenti poetici dell'Archivio Marin della Fondazione CaRiGo. Pagine di memoria e critica letteraria: Beppino Goruppi e la sua poesia (1952); Profilo della letteratura triestina del Novecento lezione a Milano (1956); Sollecitazioni (1957); Silvio Benco nel decennale della morte (1959); Ricordo di Silvio Benco; Impressioni sul poeta Giacomo Noventa (1959); La morte di Noventa (1960); Umanità e opera letteraria di Giani Stuparich (1961); Note su l'opera letteraria di Fulvio Tomizza (1965); II trevigiano Emilio Calzavara al Premio Lanciano (1967); Presentazione di Altipiano di Aurelio Ciacchi (1968); L'eredità della cultura austriaca nel libro di Magris (1968); Graziadio Isaia Ascoli nel cinquantenario della morte (S.D.); Nicolò Tommaseo (S.D.). Paesaggi e storia: Gorizia (1957); "Galloafrica" di Massimiliano d'Austria (1958); Massimiliano e il '59 (1959); Alcune note sull'umanità di Massimiliano d'Austria, desunte dai suoi scritti; Il dramma di Carlotta del Belgio (1959); Grado sul golfo di Trieste (1953); San Giuliano (1961); Grado (1967); Itinerario aquileiese; Il mare di Trieste (1969); Trieste; Del combattente contestato ; Duino. Seller Inventory # ca2321
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