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Fabrizio Serra, 2008, pp. 184 - STUDI SULLA TARDOANTICHITÀ Diretta da Claudio Moreschini ---- Lo studio di Beatrice Motta costituisce un contributo di particolare interesse per quell'ambito degli studi filosofico-religiosi che, a causa della loro collocazione 'di frontiera', richiedono un metodo non facile e una particolare competenza - e per questo motivo sono assai rari. Una ricerca sul Contra fatum di Gregorio di Nissa, infatti, coinvolge una serie di problemi che hanno attinenza con la tradizione culturale cristiana e quella pagana insieme. Almeno fin dal secondo secolo d.C., i primi scrittori dell'apologetica cristiana avevano negato decisamente l'esistenza del fato, in quanto tale credenza avrebbe annullato il libero arbitrio umano e impedito ogni merito che potesse giustificare la salvezza dell'uomo; d'altra parte, la storia del pensiero greco e latino nell'età imperiale ci mostra come tale questione fosse sempre stata sentita particolarmente spinosa e di difficile soluzione. Gregorio di Nissa, quindi, si pone come punto di incontro - e di polemica - tra le due visioni contrapposte, quella cristiana e quella pagana. A questo si aggiunge una difficoltà ulteriore, e cioè che la questione del fato si era complicata in età imperiale a causa dell'incidenza che su di essa aveva assunto, e sempre più aveva sviluppato, l'interesse per l'astrologia, manifestazione e simbolo insieme della forza fatale. Una questione, questa, tanto più difficile quanto più diffusa era stata, soprattutto nei secoli del tardo Impero romano, la credenza nella astrologia, non solo tra i filosofi o le persone colte, ma anche negli strati più vari della società. La complessità di questa serie di problemi ha richiesto perciò una ricerca che tenesse conto delle argomentazioni antifatalistiche, non solo di quelle che erano state proposte fin dalla età ellenistica, ma anche di quelle che erano state elaborate dallo sviluppo del pensiero filosofico nel corso dei secoli dell'Impero. È stata poi necessaria anche una conoscenza adeguata del pensiero cristiano dell'epoca; l'Autrice ha esaminato la tradizione della religione cristiana, le varie discussioni antifatalistiche del pensiero greco-romano e le considerazioni svolte dagli antichi in sostegno della astrologia con un approccio sostenuto da un rigoroso metodo filologico, oltre che da ricche conoscenze filosofiche. Sommario: C. Moreschini, Presentazione. Introduzione. Perché il Contra fatum. I. Il Contra fatum nella polemica antifatalistica-antiastrologica e nel dibattito sul determinismo: l'astrologia; Principi tecnici dell'astrologia antica: I segni e i loro reciproci rapporti; I pianeti e i loro reciproci rapporti; Combinazioni di segni e pianeti; la pratica astrologica; La polemica antiastrologica nel pensiero cristiano antico: Filone di Alessandria: De providentia I, 77-88; Origene: Philocalia 23; Basilio di Cesarea: Hexaemeron VI, 5-7. II. La posizione dell'interlocutore pagano di Gregorio (Il testo. Parte I): Le tesi dell'interlocutore di Gregorio; Il filosofo interlocutore di Gregorio; L'interlocutore di Gregorio e lo stoicismo; La giustificazione stoica della responsabilità e della libertà umane; Stoicismo e astrologia. III: La posizione di Gregorio (Il testo. Parte II): La confutazione filosofica del determinismo e l'incongruenza dell'astrologia: 1. Non esiste il destino perché non vi è un rapporto di causalità necessaria fra i movimenti dei corpi celesti e le vicende terrene e umane(Il destino è l'istante temporale via via presente; La dottrina aristotelica dell'eternità del mondo; La dossografia tardo-antica sulla questione della generazione del mondo; Il confronto con la filosofia greca sulla questione dell'origine del mondo nella I omelia dell'Esamerone di Basilio; Gregorio e il tempo creato); 2. L'uso e la presenza di argomentazioni antiastrologiche 'classiche' nel Contra fatum (L'argomentazione della determinazione del momento esatto della nascita - Sesto Empirico: Adversus mathematicos v, 55. Seller Inventory # ca2246
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