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In-8 (205x145 mm.), pp. (12), 138, (2). Antiporta calcografica incisa da Giuseppe Testana (forse su disegno di Giovanni Andrea De Ferrari) che rappresenta il Santo vescovo genovese con la verga fiorita in mano e decollato (o, meglio, gią consumato il miracoloso fenomeno della cefaloria), con ai piedi il motto: "Dant ligures ortum, mitram dant numina, palmam vandalus, at tumulus Lingonus astra deus" e la Lanterna di Genova sullo sfondo. Esemplare di straordinaria freschezza e candore, ottimamente impresso con bel carattere su carta forte, custodito in elegante legatura coeva tipicamente genovese in piena pergamena avoriata con piatti inquadrati da duplice filetto in oro, palmetta al centro delle campiture dei piatti incise in oro e tagli del volume in oro. L'opera del Calcagnino, oltre che intorno alla vita di Santo originario di Bavari e alle vicende inerenti ai transiti delle sue reliquie, tratta (a partire da p. 82) della vita di Sant'Ursicino medico genovese, protomartire della cittą di Ravenna. A partire da p. 105, inizia la "palma" dei diciotto fanciulli, genovesi di patria e Giustiniani di famiglia, dei signori di Schio, trucidati dai turchi nel 1566 in Costantinopoli per non avere essi rinnegato la loro fede in Cristo. Il celebre fatto č novellato, oltre che dal Calcagnino, da quasi tutti i cronacisti genovesi, quali il Giustiniani, lo Spinola, l'Isola e molti altri (fa ovviamente eccezione il Federici, nemico giurato dei Giustiniani). Chiude l'opera un ristretto della vita di Carlo Spinola dei conti si Tassarolo, missionario genovese martirizzato in Giappone nel 1622 assieme ad altri trentadue confratelli. Bibliografia: Manno, 22312. Seller Inventory # 009900
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