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In Bologna, per Costantino Pisarri sotto Le Scuole, 1708. In 12mo (cm. 13,6); pergamena coeva; pp. 119, (1).Giacinto De Nobili nacque a Roma nella seconda metà del sec. XVI e fu battezzato col nome di Rafaele. Di lui sappiamo solo che entrò a far parte dell'Ordine dei domenicani nel convento di S. Maria in Gradi a Viterbo, nell'anno 1594. In quest'occasione mutò il suo nome di battesimo da Rafaele a Giacinto. I repertori secenteschi ci avvertono che era assai dotto nelle lettere, scrittore prolifico di cronache di conventi e libri di pietà, diligente erudito. Ma la notorietà non doveva venirgli certo da tali consuetudinarie compilazioni: rovistando negli archivi per le sue ricerche, il buon frate giunse in possesso di un interessante inedito quattrocentesco, lo Speculam cerretanorum di Teseo Pini, vicario episcopale urbinate, scritto tra il 1484 e il 1486. Tradusse, modificò ed infine pubblicò nel 1621 il libretto con il titolo Il vagabondo, overo Sferza de' bianti e vagabondi. V si raccontano molti casi in diversi luoghi e tempi successi, dove, in ventiquattro capitoletti, si fa il punto sulle varie confraternite di mariuoli ed imbroglioni che si davano da fare per le strade e le piazze d'Italia. L'operetta apparve in un periodo di vero e proprio boom della letteratura, avente come tema le bravate di cialtroni ed avventurieri, pitocchi e mendicanti, tanto che conobbe rapida fortuna e nel 1644 vantò la prima traduzione in francese ad opera del drammaturgo Desfontaines, il quale, tuttavia, si preoccupò di intervenire personalmente, moltiplicando i riferimenti eruditi e smorzando la casistica burlesca inerente usi e costumi religiosi che il De Nobili aveva invece tranquillamente conservato. Va precisato, comunque, che il libro uscì con lo pseudonimo di Rafaele Frianoro. Axs. Seller Inventory # 1e3cd0489bc0333d2a030f78d9b4ea45
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