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Le tavole di questo fascicolo, Tapisserie de Haute-lisse des Gobelins, rappresentano gli Arazzi dei Gobelins a basso ciclo La celebre manifattura parigina di arazzi dei Gobelins, sita nei locali di un antica tintoria della famiglia Gobelin (donde il nome), e situata sulla riva del fiume Bièvre, nacque nel 1666, sotto l impulso di Luigi XIV. La Manifattura reale degli arredi della Corona, che, come dice il nome, non doveva produrre solo arazzi, ma mobili, opere di oreficeria e mosaici per le dimore regie, e soprattutto per Versailles, ebbe grande splendore e fama sino alla fine del XVII secolo. Gli arazzi dei Gobelins, spesso vere e proprie opere d arte, venivano tessuti su telai a mano con fili di seta e lana di vario colore ed erano destinati a rivestire e a ornare le pareti. Venivano prodotti sia con telai verticali detti ad alto liccio , per arazzi di grandi dimensioni, sia con telai orizzontali, detti a basso liccio , più veloci ma in grado di produrre solo arazzi di piccolo formato. Le tavole qui di seguito illustrano la fabbricazione di arazzi a basso liccio. Nella tav. doppia I, sono raffigurati operai al lavoro in un reparto del basso liccio. L uomo seduto al tavolo ricalca un quadro: i suoi calchi serviranno da guida agli altri operai. Nella tav. doppia II, è raffigurato il telaio di basso liccio ideato da Vaucanson, visto in pianta e in prospettiva. Nella tav. doppia III, ancora prospetti e proporzioni geometriche di un telaio di basso liccio, e sue parti. Nella tav. IV, sezioni di alcune parti di telaio. Nella tav. V, un piccolo telaio di basso liccio, in pianta e in prospettiva, per apprendisti. Nelle tav. VI e VII, lo stesso telaio di dimensioni ridotte per apprendisti, da diverse angolature e in dettagli. Nella tav. VIII, il vecchio sistema per legare i subbi del telaio, che rappresentava un grave rischio, anche di morte, per gli operai, in caso di rottura della fune e scatto della barra. Nella tav. IX, orditoio. L attrezzo in rame fuso per ordire, visibile nella parte inferiore, fornito di quattro fessure, di cinque fori e di maniglie, consente di lavorare con molta più velocità e precisione. Nelle tav. X e XI (doppia), ratiere di un grande e di un piccolo telaio, con i fili distribuiti fra i denti. Nella tav. XII, dispositivo che sostiene i licci. Nella tav. XIII, incroci per il passaggio della flûte (la navetta della tessitura a basso liccio). Nella tav. doppia XIV, bobinatrice; sotto, particolari. Nella tav. XV, passaggio e ripassaggio della flûte tra i fili. Nella tav. XVI, l operaio, sopra con l unghia, sotto con un doppi pettine, realizza le sfumature. Nella tav. XVII, i due operai, sopra e sotto, chiudono le aperture fra i colori. Nella tav. XVIII, infine, un operaio lavora con luce artificiale: sotto il lume, una mensola per evitare di sporcare il tessuto. Fascicolo in-folio, fogli con tagli colorati, tratto dalla raccolta di tavole dell Encyclopédie di Diderot e D Alembert, stampato su carta vergata del 1700, comprendente: Pagine 4, con le didascalie e le spiegazioni delle tavole. 18 tavole con incisioni all acquaforte su rame, in-folio con ampio margine, numerate I XVIII, equivalenti a 23 tavole, per la presenza di cinque tavole doppie. Seller Inventory # dd008
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