Attraverso le biografie intellettuali dei maggiori protagonisti, il volume traccia una storia della psicologia italiana dalle origini alla seconda guerra mondiale. I vari capitoli propongono un'attenta e puntuale ricognizione dell'opera e dell'attività di personaggi come Ardigò, Sergi, Buccola, Vignoli, Sighele, Ferrari, De Sanctis, Colucci, Kiesow, De Sarlo, Aliotta, Bonaventura, Rignano, Benussi, Musatti, Gemelli, e ricostruiscono i complessi e intricati problemi scientifici, filosofici e istituzionali attraverso cui si è snodato il cammino della disciplina. Completano la trattazione alcuni saggi su particolari segmenti e aspetti della sua storia: la psicofisica negli ultimi decenni dell'Ottocento, i rapporti tra psicologia e psichiatria, la redazione delle "famose" voci psicologiche nell'Enciclopedia Italiana, la "crisi" della "scienza dell'anima". Dall'insieme dei testi emerge un profilo nuovo della psicologia italiana, dalla sua "origine" nel clima del positivismo evoluzionistico, alla sua "affermazione" segnata dallo scontro fra "psicologi-scienziati" e "psicologi-filosofi", fino ai suoi momenti di "difficoltà" nel periodo del predominio della filosofia neoidealista. Il particolare taglio con cui il volume è stato concepito - una storia riscritta attraverso le biografie intellettuali - consente approfondimenti del tutto assenti in trattazioni simili e un'interpretazione innovativa, che supera il giudizio sbrigativamente negativo dato in passato e mostra tutta la ricchezza e la fecondità, non priva di ripiegamenti e contraddizioni, di uno spicchio di storia scientifica italiana. Questo libro inoltre, mentre ridisegna un tratto importante, ma alquanto trascurato, di storia della scienza fra Ottocento e Novecento, finisce anche per frestituire un quadro denso e variegato di un settantennio di vita culturale italiana.
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