Estratto: ...- Sì, ho finito. Accese un mezzo toscano e cominciò a camminare, avanti, indietro. - Guarda, guarda, guarda. Nonostante la confusione dei suoi pensieri, s'accorse che bisognava tenersi buona quella domestica, e gli parve che due lire fosser poche per tutto quello che aveva saputo da lei. Si cercò nel taschino e prese un'altro franco. - Sei una ragazza a modo mio! Tieni. Ella stava per caricarsi il vassoio su le braccia, e guardò attonita la moneta che gli luccicava tra l'indice ed il póllice. - Non si disturbi ancora. - Oh!. - egli fece, con aria principesca, - bazzécole! Ma non appena fu solo, Tancredo pensò che la fortuna d'un uomo consiste alle volte nel trovare il bandolo d'una matassa molto arruffata, e mentre si piegava sul davanzale per rinchiudere le persiane, lungamente i suoi occhi affascinanti rimasero avvinti a quel fascio di luce rossastra, a quel lento fiume di polvere che scaturiva dalla finestra del morto. II. Alle nove precise il funerale mosse giù per il viale carrozzabile che traversava il giardino. Da un lato del féretro mamma Francesca e Maria Dora scendevano insieme; dall'altro, papà Stefano, tenendo sottobraccio il figlio scemo. Maurizio, Mattia, la piccola Natalissa, il giardiniere, seguivan per primi il carro funebre, con gli occhi rossi di lacrime, accasciati da un semplice ma spontaneo dolore. Solo, pressochè isolato in capo del corteo, camminava Andrea Ferento, a capo nudo, bianco ma impassibile. Aveva impartito gli ordini con una voce breve; poi, quando il carro si mosse, guardò rapidamente in alto, verso una finestra chiusa, dove la cortina ricadde; volse uno sguardo rapidissimo su le persone che aveva intorno, e s'incamminò dietro il carro. Tutti, per un rispetto simultaneo, lo lasciaron solo. Dietro lui si muoveva il corteo bisbigliante, numeroso d'un centinaio di persone, che dal borgo eran salite a casa Landi, o v'eran giunte coi treni del mattino, poichè la morte del Fiesco era stata...
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