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edited by Livio Pestilli, Ingrid D. Rowland, Sebastian Schütze. Fabrizo Serra, 2008, pp. 394, figure in bianco / nero . Da quando, nel sesto secolo avanti Cristo, coloni probabilmente della vicina Cuma la fondarono, Napoli si è distinta come una delle grandi capitali della cultura europea, crogiolo e catalizzatore di idee, di culture e di stili, crocevia di uomini e di opere. Questo carattere cosmopolita, questo continuo dialogo con altre culture, questo posizionarsi all'interno di un quadro europeo caratterizzano la storia delle arti e della cultura a Napoli e hanno trovato espressione acuta nella brevitas della sentenza che i curatori (Livio Pestilli, Ingrid Rowland, Sebastian Schütze) hanno voluto adottare come titolo per questo volume: «Napoli è tutto il mondo». Sentenza mirabilmente coniata da Giulio Cesare Capaccio - uomo universale di stampo rinascimentale, poeta, teologo, antiquario e grande istoriografo napoletano - nel suo Forastiero edito nel 1634. La storia di Napoli è profondamente segnata dal dominio di potenze straniere. Attraverso i secoli arte e cultura sono stati strumenti privilegiati per Greci e Romani, per Normanni e Svevi, Angioini ed Aragonesi, Asburgici e Borbonici: per rappresentare il loro dominio politico, ma anche per negoziare con i napoletani la loro identità politica, sociale e culturale, per trovare compromessi e dialoghi, per ammorbidire tensioni e conflitti, e proporre modelli di convivenza. La centralità di Napoli come capitale della cultura e delle arti culminava nel secolo dei lumi, quando con la riscoperta delle antichità greche e romane della Campania Felix, dai templi di Paestum alle città vesuviane di Ercolano e Pompei, essa diventava con Roma la meta preferita del Grand Tour, e l'Abendland intero individuava le proprie radici comuni e profonde nella cultura classica. Ed è solo nel corso dell'Ottocento e poi del Novecento che la città si ritrovava progressivamente non più al centro ma alla periferia dell'Europa. Il convegno, di cui questo volume presenta gli Atti, promosso dall'Accademia Americana e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, insieme al Trinity College/Rome Campus (sede italiana del Trinity College, Hartford, Connecticut) e dalla Bibliotheca Her-tziana (Max-Planck-Institut fur Kunstgeschichte), vuole sottolineare quindi il carattere cosmopolita e l'importanza di Napoli come una delle capitali europee della cultura e delle arti e, nello stesso tempo, offrire un'occasione di dialogo e di confronto a studiosi di diversa formazione e provenienza, focalizzando l'attenzione su i numerosi aspetti di scambio culturale ed artistico che legano la città partenopea agli altri centri d'Italia e d'Europa. Sommario: «Napoli è tutto il mondo». Arte a Napoli tra Umanesimo ed Illuminismo; N. Bock, Center or periphery? Artistic migration, models, taste and standards; S. Romano, Alfonso d'Aragona e Napoli; H. Rotolo, Contributo all'edilizia napoletana del Quattrocento; G. Toscano, Da lui cominciò ad rinovarsi la antiquità: per la fortuna di Andrea Mantegna a Napoli; A. Beyer, Il Nord che venne dal Sud. Il contributo della Napoli aragonese alla divulgazione e rinascita della pittura sotto il primato fiammingo; A. Stoll, Jusepe de Ribera, Combattimento femminile. Un manifesto interculturale delle passioni ispano-napoletane tra Rinascimento e Barocco; I. D. Rowland, Naples as Image of the World in Giordano Bruno's Candelaio; S. de Cavi, Il palazzo reale di Napoli (1600-1607): un edificio 'spagnolo'?; V. Farina, Un episodio di committenza genovese nella Napoli del primo quarto del Seicento: la Cappella Massa ai Santi Severino e Sos-sio; D. del Pesco, Il cantiere del Pio Monte della Misericordia a Napoli (1606-1678); C. de Seta, I viaggiatori stranieri e l'immagine di Napoli nel Seicento; L. Finocchi Ghersi, Luca Giordano a Venezia e la moda dei 'Tenebrosi'; R. Palmer, Making Sense: Neapolitan Illustrated Books in the European Republic of Letters; M. Rak, L'immagine di Napoli nel Seicento. Seller Inventory # ca2262
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