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478 p. 20,5x25,5 cm. Discorso del Cavaliere Agresti, Procurator generale del Re presso la Gran Corte civile di Napoli, alla pubblica udienza, per lo riaprimento della Gran Corte. Napoli 1829 (17 pp). Decision delle Gran Corti civili in materia di diritto. Pubblicate da Michele Agresti, Procurator Generale del Re presso la G. C. civile di Napoli (Vol. III). Napoli 1829 (27 pp.) - Diritto positivo universale o sia modo di determinare i diritti, e le obbligazioni : Interpetrazione degli atti legislativi, e degli atti privati : teoria delle pruove. Napoli, 1829. - Decisioni delle Gran corti civile - Indice del terzio volume. Dorso cuio verde, manca la cuffia infériorea. Angoli strifinati. Rilegatura buona. Ex libris di Giambatista Pica. Tampone d'una biblioteca. Intériore bueno. AGRESTI, Michele (1775-1855) - Nato a Napoli il 26 marzo 1775 dall'avvocato Liborio, fu iniziato alla professione di avvocato civilista da Michele Lopez Fonseca. Proclamata nel 1799 la repubblica, fu tra i patrioti che, all'avvicinarsi delle truppe del cardinale Ruffo, si rinchiusero in Castel S. Elmo. Poté salvarsi arruolandosi nell'esercito francese, che lasciava Napoli, e riparò in Francia, dove raggiunse il grado di capitano. In tale periodo scrisse anche un'opera di tattica, che, quantunque rimasta inedita, gli fruttò una pensione. Congedatosi nel 1800, aprì a Parigi un corso privato di diritto, passando due anni dopo all'università, dove insegnò diritto romano e francese. In virtù del senatoconsulto del 18 ott. 1802, che accordava la cittadinanza francese agli stranieri eminenti, venne naturalizzato il 12 nov. 1803; nel 1805, poi, riordinata l'università di Parigi, ne divenne docente ufficiale. Ma l'anno dopo lasciò la cattedra per rientrare a Napoli al seguito delle truppe francesi. Qui iniziò la pubblicazione di un giornale intitolato Il Moderatore, che aveva per programma la conciliazione tra i vari partiti, successivamente sostituito dal Corriere di Napoli, cui collaborò anche V. Cuoco. L'A. entrò allora nella magistratura come procuratore generale presso il tribunale straordinario per Napoli, Terra di Lavoro e i due Principati, e sostenne, nel 18o8, la pubblica accusa nel processo per l'esplosione delle polveri nel palazzo del ministro della Polizia Cristoforo Saliceti. Nello stesso anno, il 13 novembre, divenne giudice alla Gran Corte di Cassazione, ufficio nel quale pare si mostrasse particolarmente intransigente. Fu rimosso dal posto nel febbraio del 1810, probabilmente per aver osato lagnarsi con Murat che non fossero abbastanza apprezzati i suoi meriti e i sacrifici incontrati nel lasciare Parigi per tornare in patria; ma venne poi richiamato come capo di-visione al ministero di Giustizia, dove il ministro F. Ricciardi gli affidò importanti mansioni, fino a che, nel 1812, rientrò nella Cassazione. Fece parte della commissione istituita il 21 maggio 1814 per preparare la riforma generale dei codici, presieduta da G. Poerio. Riconfermato in carica alla Restaurazione, venne messo a disposizione nel 1817 e si diede ad esercitare con grande successo la libera professione. Nel 1824 rientrò nella magistratura quale procuratore generale della Gran Corte Civile di Napoli; nel 1843 divenne procuratore generale presso la Corte Suprema di Giustizia. In tale qualità partecipò al dibattito sul ricorso che i condannati dalla Gran Corte Criminale per i fatti del 15maggio 1848 avevano rivolto alla Corte Suprema. Il ricorso fu respinto; l'A. aveva chiesto invano il proscioglimento di A. Scialoia. Morì a Napoli il 7 marzo 1855. Seller Inventory # ab36 B 71
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